Era il 3 settembre 1982 quando la mafia decise di sferrare un duro attacco allo Stato, uno dei tanti, troppi anzi.
Quel giorno, mentre erano a bordo della loro autovettura, il Prefetto di Palermo, Generale Dalla Chiesa e la moglie, Emanuela Setti Carraro, vennero trucidati da un commando a colpi di kalashnikov. Nell'attentato perse la vita, dopo 13 giorni di agonia, anche l'agente Domenico Russo, che li seguiva a bordo di un'auto di scorta.
Un altro Grande Uomo ucciso da questo piccolo paese, che non ha voluto e saputo difendere i suoi Uomini migliori.
Onore al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, uno che chiamava i suoi Uomini I IMEI CARABINIERI. Onore all'Arma dei Carabinieri e a tutte le Forze dell'Ordine che, quotidianamente, combattono, con mezzi spesso inadeguati, la criminalità semplice ed organizzata.
Oggi assisteremo al solito ipocrita teatrino della commemorazione dove, accanto a persone degne di assoluto rispetto, ci saranno anche i soliti ipocriti che l'antimafia la predicano e non la praticano. Perché in Sicilia, ma in tutto questo Paese, "praticarla" l'antimafia è molto, molto rischioso.
Inviteremmo i politici che si riconoscono nella categoria dei "non praticanti" a restarsene a casa evitando inutili passerelle.
Oggi purtroppo, nell'estate Palermitana ancora piena, molti dimenticheranno questa triste ricorrenza.
Non dimentichiamo mai.
siAmo la Sicilia